Swift Playgrounds: un focus sull’app che insegna a programmare da iPad

[adrotate banner=”1″]

In pochi se ne ricordano, nonostante sia passata solamente una settimana, ma una delle novità proposte durante il Keynote del 13 Giugno (l'ultima novità a dire il vero, la “One More Thing”) era, per quest'anno, un'app, che si chiama Swift Playgrounds, ed è un'app che insegna a programmare da iPad.

Tale app è già disponibile per gli sviluppatori, mentre sarà scaricabile gratuitamente da App Store e compatibile solo con iPad con l'uscita di iOS 10, anche se ne è completamente slegata. Ha lo scopo di insegnare ai più giovani, in particolare ai bambini, le basi di qualcosa che spesso è considerato ostico come la programmazione.

Ai miei tempi ci divertivamo con il linguaggio Basic per imparare le funzioni di base, mentre oggi Apple propone questa app che, essenzialmente, è divisa in due parti: da un lato il codice, che può anche essere scritto a mano dallo studente, dall'altro una simpatica grafica che mostrerà in tempo reale che cosa succede grazie alle modifiche del codice.

L'app sarà composta da lezioni e da piccole sfide da completare, sfrutta il linguaggio Swift di Apple (ovviamente, visto che è fatta proprio per insegnarlo a bambini e sviluppatori che non sanno usarlo o non lo usano, per avvicinarli al mondo Apple) e permetterà di creare delle vere e proprie app, anche se semplificate, funzionanti, che potranno essere poi esportate in Xcode per Mac. Ci sarà anche la possibilità di creare un sistema di multi utenza, con più iPad, per gli insegnanti, anche se questa funzione verrà utilizzata solamente nel giorno delle calende greche.

In ogni caso, Swift Playgrounds non è assolutamente un'app per programmare da iPad, una cosa che peraltro avrebbe fatto anche comodo agli sviluppatori. È un sistema di lezioni, che propone una tastiera diversa da quella a cui siamo abituati, che integra in modo comodo i comandi per la programmazione, e che consente di imparare concetti come loop, variabili, comandi, funzioni.

Un'app didattica, insomma, con la possibilità di creare mini-app che funzionano anche, su Mac e iOS, ma che ovviamente non ha nulla di professionale. Diciamo che, visto che i servizi web sono una prospettiva professionale sempre più interessante, insegnare ai bambini a programmare divertendosi può essere una cosa utile per il futuro. Insomma, se ai più quest'app non interesserà, per qualcuno potrebbe essere importante addirittura per la vita.

Del resto, meglio impegnare la mente dei ragazzini per imparare le basi della programmazione (tipo Comex, l'hacker che a nove anni hackava la sua Wii e che qualche anno dopo sviluppava jailbreak) che fagrgli perdere le proprie giornate su Facebook o a giocare a Candy Crush. Poco ma sicuro.

[adrotate banner=”2″]