Bitcoin ed NFT: arriva la batosta dall’Agenzia delle Entrate per tutti gli italiani che ne possiedono | Ora diventa obbligatorio per Legge

Bitcoin e tassazione – www.iPaddisti.it

Cryptovalute e NFT, non c’è controllo, l’Agenzia delle Entrate emette una nuova circolare per chiarire la tassazione sui guadagni

Il mondo delle cryptovalute continua ad essere in espansione. Il problema per gli investitori sta nel fatto che essendo un mercato non regolato, così come si potrebbero guadagnare somme ingenti, potrebbero perdere tutto l’investimento in pochi minuti. Il Bitcoin comunque, tra i suoi alti e bassi, continua a rimanere abbastanza stabile, incentivando sempre più aziende a investirci.

L’Agenzia delle Entrate ha preso in considerazione i dati relativi al numero ingente di italiani che sta investendo nelle crypto, e avendo prova dei numeri molto alti, ha anche deciso di sottolineare l’inserimento di nuove norme per quanto riguarda la tassazione. Con Circolare n 30 del 27 ottobre le Entrate chiariscono così tutti i dettagli in merito alla tassazione relativa alle Cripto-attività.

Il quadro normativo europeo ha introdotto una nuova categoria di redditi e tassazione con aliquota del 26%. Si tratta dei redditi riconducibili alla detenzione, al rimborso e al trasferimento di valori e diritti tramite tecnologia distribuita (Dlt). Ma adesso sorge difficile capire cosa sono nello specifico le crypto attività e quali investimenti finanziari riguardano.

Cosa cambia sugli investimenti crypto: l’Agenzia delle Entrare ufficializza la circolare in merito alla tassazione sulle crypto attività

La Circolare dell’Agenzia delle Entrate corre in soccorso specificando che sono definite cripto-attività tutte quelle rappresentazioni digitali di valore o di diritti che non rientrano tra gli strumenti finanziari. Ciò significa che per le persone fisiche italiane tutte le plusvalenze legate alle cripto-attività sono comunque imponibili con la stessa aliquota applicabile a tutte le altre attività finanziarie, ovvero il 26%, a patto che il reddito non sia conseguito nell’esercizio di attività d’impresa, arti o professioni o in qualità di lavoratore dipendente.

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Nei casi in cui le cripto-attività, ovvero le chiavi che danno accesso alle stesse fossero sul suolo italiano, il reddito si considererebbe prodotto in Italia. Resta però ferma la facoltà per il contribuente di provare l’effettivo luogo di localizzazione del supporto di archiviazione, come testimonianza.

Prevista la possibilità per i soggetti che già detenevano cripto-attività al 1° gennaio 2023 di appellarsi a un’imposta sostitutiva pari al 14%, ma il regime agevolato è legale solo nel caso in cui si versi l’imposta sostitutiva per intero, o la prima delle tre rate annuali di pari importo entro il 15 novembre 2023. Il documento infine spiega anche come regolarizzare i contribuenti che entro il 2021 hanno violato gli obblighi di monitoraggio fiscale.