Swift Playgrounds: anche l’app per imparare a programmare è arrivata su iPad

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Una delle novità presentate al keynote di Giugno, ma passata un po’ in sordina sia perché l’interesse è quantomeno limitato, sia perché iOS 10 ha portato la scorsa settimana tantissime innovazioni, è quella di Swift Playgrounds, un’app per imparare la programmazione resa disponibile solo su iPad, e solo con iOS 10.

Si tratta di un’app davvero particolare, perché è un’app relativa all’istruzione e consente essenzialmente di imparare (in modo molto semplificato) la programmazione di piccole applicazioni di base.

Il tutto è strutturato molto bene, perché sulla sinistra si trovano i controlli e il codice, che viene eseguito in tempo reale sulla destra per vedere che cosa abbiamo programmato. Oltre a poter, così, imparare i controlli di base del linguaggio di programmazione Swift, ci si può divertire nei programmi preimpostati a modificare questi controlli, e vedere che cosa succede; uno dei migliori modi per apprendere.

L’app è pensata in particolare per le scuole (della serie, Apple ci riprova dopo il fallimenti degli iBooks di qualche anno fa… proprio non lo capiscono che finché i diapositivi costano 700 euro non tutti possono permetterseli!) ma anche per gli adulti che vogliono in qualche modo avvicinarsi al mondo della programmazione.

Personalmente la vedo un po’ come i “compitini” che ci davano ad informatica alle superiori, dei programmetti per il calcolo degli interessi bancari da creare in Basic, solo che qui è tutto molto più colorato e divertente.

I programmi creati da qui, volendo, si possono esportare sia come codice, così da farli vedere a qualcuno che potrebbe correggerli, sia in Xcode, la piattaforma per Mac che può fare in modo che diventino app da poter ampliare da computer.

Una soluzione interessante, se non fosse per il fatto di essere solamente in inglese, fattore che può rappresentare un problema specialmente per i ragazzi giovani: è una bella app, che cosa sarebbe costato mettere anche la lingua italiana, francese, spagnola e così via? Nulla. Ma non lo fanno. Sa Dio perché.

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