Accessori HomeKit per iPhone e iPad: perché sono così pochi?

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All’inizio del mese abbiamo scritto un interessante articolo relativo ai migliori accessori HomeKit presenti al momento sul mercato. Si tratta di una raccolta molto interessante, ma avrete notato anche voi che, in linea di massima, di accessori HomeKit non ce ne sono molti, nonostante la piattaforma esista ormai da due anni.

Il sito Appleinsider si è giustamente chiesto perché ed ha scoperto che, come già qualche anno fa era successo per i controller MFI che non decollavano, la colpa è da attribuirsi alla stessa Apple, che rende molto rigidi e anche molto costosi i processi di approvazione degli accessori HomeKit per cui, nonostante HomeKit sia nato prima di Alexa (la stessa cosa, ma fatta da Amazon) gli accessori compatibili con Alexa sono già il doppio rispetto a quelli compatibili con HomeKit. E Alexa non è ancora arrivato in tutto il mondo, anzi è solo nei paesi anglofoni, per adesso.

Le aziende devono ottenere, per costruire un accessorio ufficialmente HomeKit, un certificato che costa per ogni accessorio da cinquanta centesimi a due euro. Non è molto, se non che il problema è un altro: il chip Wi-Fi per il funzionamento deve essere necessariamente acquistato da aziende autorizzate Apple, e questo ne aumenta il costo, rendendo svantaggioso per l’azienda produrre i propri accessori compatibili, specie per le aziende che basano sul low-cost i loro prodotti.

Non solo: se l’azienda segue tutto ciò che viene imposto da Apple prima dei controlli, ecco che il periodo di test richiede dai tre ai cinque mesi, una cosa che rallenta tantissimo la messa in commercio di questi prodotti. Di contro, Amazon fornisce le risposte in un massimo di 10 giorni, un periodo decisamente meno lungo, che spinge i produttori a non rendere gli accessori compatibili con HomeKit, ma piuttosto a renderli compatibili sì con iPhone, ma con app proprietarie che bypassano il sistema Apple.

E visto che il problema dipende proprio da Apple, solamente una politica che riduca questi tempi di attesa potrà favorire questo sistema, che tra l’altro funziona molto bene e potrebbe essere diffuso molto di più, se questa burocrazia (anche un po’ inutile) si snellisse.

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