L’iPad ha un alto costo umano, dice il New York Times

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Mentre Apple annuncia ancora una volta profitti da record arriva dalla stampa newyorkese pubblicità non certamente positiva. Una nuova indagine commissionata dal New York Times, infatti, descrive le condizioni di lavoro dei fornitori cinesi.

Orari massacranti, condizioni pericolose, punizioni fisiche, ferite e morti sarebbero risultati comuni nelle aziende che si occupano di produrre componenti per l’assemblaggio dell’iPad. Secondo l’autorevole quotidiano statunitense solo nello scorso anno si sarebbero verificate ben 2 esplosioni negli stabilimenti asiatici, per un totale, in quelle circostanze, di 4 morti e 77 feriti. Detonazioni causate da una pericolosa sostanza chimica che centinaia di dipendenti sono abitualmente costretti a dover maneggiare.

A ciò si aggiungerebbe condizioni di lavoro di per sè insostenibili, con dipendenti sfruttati e costretti a lavorare fino a 7 giorni alla settimana, pagati con stipendi miseri appena sufficienti a garantire loro un alloggio in baracche da 20 inquilini. Apple, sempre secondo quanto riportato dall’indagine, sarebbe apparentemente consapevole del quadro generale della situazione ma nondimeno avrebbe deciso di non agire.

Naturalmente l’indagine del New York Times ha rivelato medesimi esiti per altre grandi aziende come Dell, HP, IBM, Lenovo, Motorola, Nokia, Sony, Toshiba e così via. Dal canto loro i dirigenti Apple hanno dichiarato di averr fatto il possibile, negli ultimi anni, per migliorare le condizioni del lavoro negli stabilimenti adibiti alla produzione.

Probabilmente anche l’azienda di Cupertino avrà qualche scheletro nell’armadio, ma certamente il quadro dipinto dal quotidiano pare eccessivamente negativo.

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