L’ex CEO di GM sulla Apple Car: «Non hanno idea di cosa stanno facendo»

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Difficile ormai definirli rumors, perché che Apple stia progettando e lavorando a un’automobile elettrica è oramai noto. Il Project Titan prende vita ed entro il 2020 dovrà arrivare sul mercato, così da replicare ai progetti che verranno lanciati sul mercato nel 2017 da parte di Tesla e GM. Intanto, però, lo stupore è d’attualità, così come molte altre aziende hanno sottolineato la difficile scelta compiuta da Cupertino in tal senso. Tra questi anche Dan Akerson, ex CEO di General Motors, che ha contestato la decisione dell’azienda della Mela.

In un’intervista rilasciata a Bloomberg, Akerson ha specificato che Apple si sarebbe trovata a sottostimare la difficoltà dell’operazione e dell’inserimento nel mercato delle automobili: «Moltissime persone che non operano in questo mercato non capiscono le difficoltà. Farebbero meglio a pensarci attentamente e capire se realmente vogliono lanciarsi in questa esperienza – ha detto Akerson parlando di Apple – noi prendiamo l’acciaio, acciaio grezzo, e lo trasformiamo in una macchina. Loro non hanno alcuna idea di come si possa realizzare questo processo». Stando a quanto dichiarato da Akerson, Apple dovrebbe continuare a pensare soltanto all’iPhone, che offre un margine di guadagno decisamente più alto di una macchina.

Come evidenziato, d’altronde, da Bloomberg, Apple ha realizzato 18 miliardi di dollari nel mese di dicembre come guadagno, GM invece ha realizzato appena 2 miliardi di dollari. Akerson ha poi continuato dicendo che preferirebbe lavorare con Apple, piuttosto che trovarselo come concorrente, perché se da un lato c’è da essere scettici su Project Titan, dall’altro non si può far altro che ammirare CarPlay, un sistema che l’ex CEO di General Motors andrebbe a installare subito all’interno di tutte le proprie vetture. Per quanto riguarda invece lo sbarco di Apple all’interno del mercato delle automobili non resta che attendere ulteriori informazioni che diano seguito a quelle diffuse dal The Wall Street Journal.

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