iMessage su Android: ecco un’app che funziona, ma solo per chi ha un Mac

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Alcune applicazioni proposte da Apple non funzionano, e non hanno mai funzionato, su Android, perché semplicemente Apple non le sviluppa. Tra queste abbiamo la suite iWork, la suite iLife, ma anche Safari oppure iMessage e FaceTime, che si possono utilizzare solamente se entrambi gli interlocutori hanno un dispositivo Apple.

Uno sviluppatore, tra l’altro un ragazzo di 16 anni, ha trovato il modo di utilizzare iMessage anche su Android, ma per renderlo possibile è necessario avere un Mac come computer. Se conoscete qualcuno che si trova in questa situazione e che avrebbe bisogno di usare l’app sul suo telefono, o tablet, non Apple, può essere una soluzione percorribile.

L’applicazione si chiama WeMessage e si può scaricare, naturalmente per Android, da questo indirizzo.

Però attenzione, non c’è da scaricare solamente l’app (per cui comunque si viene rimandati a Google Play), ma anche un client per Mac. Infatti, per poter usare l’applicazione c’è necessità che il Mac faccia da “ponte”, anche in remoto, per trasferire i messaggi su Android, permettendo in questo modo di rispondere. Non solo, per funzionare il Mac deve essere ovviamente acceso, altrimenti non può fisicamente inviare i messaggi o riceverli, e per lo stesso motivo deve essere anche connesso ad internet.

Il funzionamento, comunque, è molto semplice: si da agli altri il nostro numero di telefono, o il nostro Apple ID, quindi è possibile fin da subito iniziare a inviare messaggi che, subito dopo essere arrivati sul Mac, verranno inviati anche al telefono Android, dal quale si potrà rispondere.

Si possono usare la maggior parte delle funzioni di iMessage, e quelle che mancano saranno comunque introdotte in futuro perché tutto quello che lo sviluppatore deve fare è dare delle istruzioni al Mac; si tratta però di un’app interessante e utile per tutti coloro che sono interessati ad avere il sistema di messaggistica Apple anche sul proprio telefono Android, ovviamente fin quando durerà (perché c’è il rischio concreto che Apple possa bloccarla).

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